Ferite difficili

Negli ultimi anni la guarigione tissutale è diventata una sfida sempre più pressante a causa dell'aumento della cosiddetta patologia ulcerativa, una patologia che potremmo definire un'epidemia silenziosa che attualmente interessa almeno 2 milioni di italiani e che è destinata ad aumentare nei prossimi anni a causa dell'innalzamento dell'età media dei pazienti.

Sebbene possa essere riscontrabile anche nei bambini, l’ulcera è maggiormente rappresentata nella popolazione anziana, caratterizzata non solo dall’età avanzata, ma anche e soprattutto dalla presenza di comorbidità, come le insufficienze vascolari e patologie, quali ad esempio il diabete che, come noto, ostacola nei processi riparativi e possono costringere il paziente all’ allettamento con conseguente insorgenza anche di lesioni ulcerative da decubito.

La Chirurgia Plastica e Ricostruttiva offre quindi ai pazienti la possibilità di essere presi in carico da clinici di un ambulatorio specialistico dedicato alla guarigione tissutale delle cosiddette ferite difficili, dove attraverso trattamenti e medicazioni avanzate è possibile “creare”, a livello della lesione, un ambiente idoneo a favorire la riepitelizzazione mediante, ad esempio, il controllo della carica batterica e/o della corretta umidità.

Presso l’Ambulatorio Specialistico di Guarigione delle Ferite difficili, per pazienti esterni, vengono utilizzate medicazioni avanzate di ultima generazione con assorbenza tecnologicamente avanzata e con caratteristiche biofisiche che permettono il controllo degli essudati, la prevenzione delle contaminazioni e delle infezioni, il trattamento del biofilm, l’induzione di neoangiogenesi x migliorare la vascolarizzazione, lo stimolo alla formazione di un tessuto di granulazione valido e di una riepitelizzazione spontanea x arrivare ad una guarigione definitiva e stabile. A queste medicazioni vengono inoltre affiancate tecnologie di ultima generazione quali:

  • FLE – Fluorescent Light Energy (una stimolazione riparativa mediante una luce Led blu in grado di attivare delle sostanze che reagiscono alla luce e che hanno la capacità di favorire la guarigione, sia nel caso di ulcere cutanee che di ustioni di grado superficiale e profondo)
  • la terapia a pressione negativa tradizionale (device che mediante un’aspirazione forzata può stimolare, sfruttando il concetto della meccaniobiologia, ovvero la capacità di influenzare una risposta cellulare a seconda della tensione esercitata su di essa
  • la proliferazione cellulare con conseguente preparazione del letto della ferita per poter essere sottoposto all’intervento chirurgico ricostruttivo o alla prosecuzione delle terapie mediante medicazioni avanzate).

In collaborazione, inoltre, con l’UOC di medicina fisica e riabilitazione, è possibile proporre le cosiddette onde d’urto extracorporee, trattamento che può aumentare la vascolarizzazione del letto della ferita diminuendo il grado di infiammazione della stessa e della cute perilesionale.

Qualora i trattamenti su descritti non siano sufficienti a raggiungere una riepitelizzazione spontanea, o siano stati applicati al fine di preparare il letto della lesione a copertura definitiva, il paziente potrà essere sottoposto ad intervento chirurgico di: 1) innesto cutaneo ovvero di trasporto di cute proveniente dallo stesso paziente, rimane separata dalle connessioni vascolari, da un’area cosiddetta donatrice ad un’area ricevente; al fine di favorire la sopravvivenza dello stress, conseguente alla formazione di una nuova rete vascolare.

È possibile associare all’intervento, qualora le condizioni locali e/o le comorbidità del paziente lo richiedano, un sostituto dermico, una sorta di “pelle artificiale” derivata da bovino, suino o pesce.

La guarigione delle ferite è l’ambito in cui maggiormente l’interazione tra tecnologie avanzate e chirurgia plastica può risolvere al meglio problematiche croniche, la più drammatica delle quali  è rappresentata dalle gravi ulcere da decubito in pazienti plegici o con malattie neurodegenerative. All’anno circa 50 complessi interventi di questa tipologia vengono eseguiti a Padova arrivando i pazienti fuori regione che possono usufruire di un “letto” ad alta specializzazione.

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